Showreel

Ho visto un luogo dove la nebbia si alza dal mare. La si inizia a vedere lontano dopo il sole alto. L’orizzonte si fa nero e sentiero e il grigio muro avanza. Sulle strade si riversano fiumi e la paura si fa cammino. Come accade passa veloce. È un luogo dove l’acqua c’è, ma non si vede. Crea abbondanza, si percepisce, ma non si sa da dove viene. L’interno di questo posto è boscoso. Le radici salgono fin dove si vade il mare farsi dolce e salato. Un luogo di ispirazione di equilibrio e di unità. Guardo all’uomo che ha imparato a muovere i suoi passi sul terreno del mondo. Lo stesso che prima di chiamarsi tale è stato pianta ed animale. All’uomo che per sopravvivere ha invitato i canti del proprio cammino. Il letto su cui giacciono i fiumi estivi di una primavera rigogliosa. Guardo all’uomo che ha trasformato il timore in rispetto e collaborazione. Lo guardo poi dimenticarsene. Sogno di un giorno in cui fra gli uomini saranno parole di unione, scambio e serenità. Un giorno, dove l’eco di queste, tornerà mormorio da un’immagine di natura e di eretto equilibrio. Ascolto l’eco diventare canto, celebrazione di questo mondo e danza per essere perpetuata.

Illumino

Illumino prende spunto dalla sua forma latina, che può essere tradotta come: illuminare, rischiarare, rendere splendido, ornare, abbellire, colorire, mettere in luce, rendere evidente e celebrare.

È un opera che si compie nel gesto di dare luce come atto di riconoscimento. È una prova e un dono di esistenza, che nel buio si traduce in intento. Partendo dal principio che è attraverso la luce, che l’uomo percepisce il mondo, il porla artificialmente diventa in Illumino atto generativo e celebrazione, abbellimento, messa in luce, colorire. Tutti termini che concernano Vita e che rispecchiano la ricerca del sentirsi vivi.